Controlli mirati sui forfettari.
- Fiscoboost

- 6 ago
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L’Agenzia delle Entrate ha avviato un’intensa attività di verifica nei confronti di circa 4.000 titolari di partita IVA in regime forfettario. L’obiettivo è individuare coloro che, nel 2021, hanno superato il limite di 65.000 euro di ricavi o compensi previsto per poter usufruire del regime agevolato.
Per accertare eventuali irregolarità, l’Amministrazione finanziaria sta incrociando i dati bancari e fiscali attraverso controlli su conti correnti, carte prepagate, movimenti patrimoniali e la corrispondenza tra bonifici ricevuti e fatture emesse. L’obiettivo è ricostruire il reale volume d’affari e verificare se ci siano state violazioni delle soglie previste dalla normativa.
Nel mirino ci sono in particolare quei contribuenti che hanno incassato somme superiori al limite già nel 2021, ma che hanno continuato a operare nel regime forfettario anche nel 2022, nonostante flussi finanziari ancora rilevanti.
Per chi sarà ritenuto non in regola, le conseguenze saranno pesanti: i compensi del 2022 verranno assoggettati a tassazione ordinaria, con l’applicazione dell’IRPEF, oltre all’IVA. Il regime forfettario verrà disapplicato con effetto retroattivo, comportando anche il rischio di sanzioni e interessi.
Una situazione che può trasformarsi in un vero salasso per chi ha sottovalutato le regole di permanenza nel forfettario.
ESEMPIO PRATICO:
Nel 2022, un contribuente ha raggiunto un fatturato di 65.000 euro, rientrando apparentemente nei limiti del regime forfettario. Tuttavia, l’anno precedente (2021) aveva superato la soglia dei 65.000 euro, con un fatturato di 75.000 euro. Questo comportava la decadenza automatica dal regime agevolato e l’obbligo di applicare il regime ordinario nel 2022.
Applicando erroneamente il regime forfettario anziché il regime ordinario nel 2022, ha versato imposte per circa 5.500 euro invece di circa 9.906 euro. A ciò si sarebbe dovuta aggiungere anche l’iva da versare, stimata attorno ai 14.300 euro. Il contribuente quindi si troverà costretto a versare la differenze delle imposte dirette, l'iva nonchè le relative sanzioni e gli interessi.


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